Terapia con cellule staminali e diabete

Al 90% delle persone con diabete viene diagnosticato il tipo 2[1]

Cos'è il diabete?

Il diabete è una condizione di salute a lungo termine che si verifica quando la capacità del corpo di produrre l'insulina è compromessa, con conseguenti risposte di quantità eccessive di glucosio (zucchero) nel corpo. Può essere diagnosticato come diabete di tipo 1 o di tipo 2.

Nei pazienti con diabete di tipo 1, il sistema immunitario distrugge le cellule beta che producono insulina (cellule b). Questa è una variazione cronica e meno comune della condizione che fa sì che il pancreas produca poca insulina o nulla.

Il diabete di tipo 2, il più diffuso, è caratterizzato da insulino-resistenza e da una conseguente graduale diminuzione della funzione dei linfociti b, al punto che le cellule non possono più generare abbastanza insulina extra per superare l’insulino-resistenza. Questo fa sì che il glucosio rimanga nel flusso sanguigno e questo è spesso associato all’obesità.

Ricerca sulla terapia con cellule staminali

La notizia incoraggiante è che gli scienziati stanno esplorando attivamente la terapia di sostituzione cellulare come approccio prospettico per il trattamento del diabete di tipo 1 e gli studi hanno già dimostrato che le cellule staminali pluripotenti umane (hPSC)[2] e le cellule staminali mesenchimali (MSC) presenti nei denti sono in grado di differenziarsi in cellule che secernono insulina.[3]

In realtà, la fonte più ideale per le MSC è considerata la polpa dentale. Le staminali della polpa dentale sono non controverse, prontamente disponibili e il donatore non ha alcun disagio nel raccoglierle. Inoltre, se fosse stabilito un mezzo sicuro ed economico per reintegrare le cellule b, questo approccio terapeutico potrebbe essere utile per la più ampia popolazione di diabete di tipo 2.

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